Ritiro weekend: FAQ's 
(Domande frequenti)




Quanto costa il weekend?

Il costo del weekend varia tra sedi perché dipende dai costi affrontati dall'equipe di volontari che lo offrono, e dai costi di affitto, vitto e alloggio della struttura ospitante.  Dipende anche dalla presenza o meno di una sponsorizzazione da parte di enti e organizzazioni locali che aiutano finanziariamente l'opera. Attualmente, l'Italia ha una sola sede della Vigna di Rachele che, pur appartenendo all'apostolato internazionale, non dispone di risorse finanziarie proprie, le quali devono essere ricercate tra i donatori e benefattori locali e nazionali,  nonchè amici americani che sostengono questa missione in Italia.

L'offerta richiesta per i ritiri a Bologna è di 200 € a persona. Questa offerta include vitto e alloggio da venerdì alle ore 12.30 fino a domenica alle ore 18.00, tutti i materiali usati nel ritiro, più la giornata post-weekend (un vero e proprio 4° giorno del ritiro) che ha luogo ca. 6 a 8 settimane dopo, in una data annunciata nella lettera di conferma di partecipazione al ritiro.

Anche se attualmente la sede italiana non può promettere agli aspiranti partecipanti un aiuto finanziario per coprire il costo del weekend, in ogni caso possibile cercheremo di trovare uno sponsor che aiuti, anonimamente, un(a) partecipante che abbia particolari difficoltà finanziarie

Dato che il costo reale del weekend supera la somma dell' offerta richiesta, la sede italiana della Vigna di Rachele contribuisce con fondi personali o donazioni ottenute da amici che, capendo il valore di questo programma, lo desiderano sostenere finanziariamente. 

NB: Ogni eventuale benefattore che volesse alleviare, con qualsiasi somma, i costi affrontati da una o più partecipanti al weekend è invitato a contattarci per avere le informazioni al riguardo. Vi saremmo molto grati per un tale gesto di solidarietà! Potete anche vedere su questo sito la pagina Come aiutarci.


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Quanto tempo dura il weekend e dove si svolge?

Attualmente i ritiri in Italia vengono offerti a Bologna e dintorni, in varie strutture adatte. Per proteggere la privacy di tutti, le indicazioni precise per raggiungerci in un determinato weekend vengono spedite ad ogni singola/o partecipante solo alla conclusione dell'iter d'iscrizione, insieme alla lettera di conferma.

Il weekend inizia venerdì pomeriggio alle ore 14.00 (con l'arrivo tra le 12.00-13.30 per permettere un momento di pausa, uno spuntino e l'accomodarsi nelle stanze), e continua tutto il weekend fino alla conclusione, domenica pomeriggo verso le 18.00. Essendo, questo, un percorso di full immersion, i partecipanti restano nella struttura ospitante tutto il fine settimana, a mangiare tutti i pasti con il gruppo, e a dormire lì. In alcune strutture si offrono stanze singole, in altre sarete in una stanza doppia insieme ad un'altra partecipante. 

Per vedere alcune foto di una tipica Struttura ospitante cliccate qui .


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Chi facilita il weekend?

Ogni weekend viene facilitato da un'equipe di volontarie e volontari formati nella metodologia della Vigna di Rachele. Attualmente l'equipe italiana che serve in ogni ritiro comprende normalmente 6-7 membri (mai meno di 5). Tutte queste persone hanno vissuto personalmente il ritiro prima di fare il discernimento necessario per poter diventare collaboratori. 

L'equipe è composta da persone compassionevoli, che non vi giudicheranno, e normalmente include: la coppia responsabile nazionale della Vigna di Rachele, un sacerdote, una psicologa o counselor cattolica o d'ispirazione cristiana e 2-3 donne che hanno avuto l'esperienza dell'aborto volontario o terapeutico.  Questi volontari accompagnano, telefonicamente e via email, gli eventuali partecipanti nell'iter preparativo che normalmente inizia già settimane o persino mesi prima della data del ritiro stesso. 

Durante i tre giorni del ritiro c'è normalmente la presenza continua di tutta l'equipe incluso quella del sacerdote e della psicologa/counselor. L'equipe è anche presente nel "quarto giorno", cioè nell'incontro "post-ritiro" che viene offerto un sabato ca. 2 mesi dopo il ritiro. 

I partecipanti fanno particolarmente tesoro dell'accompagnamento offerto prima, durante e dopo il ritiro dalle componenti dell'equipe che sono state anche loro partecipanti in passato. Attraverso un ascolto paziente e una vicinanza amichevole, queste collaboratrici mettono la propria esperienza dolorosa, ora riconciliata, a disposizione di coloro che in questo momento iniziano un percorso di recupero e guarigione.

Queste persone offrono liberamente il loro tempo, a volte pagando le proprie spese di viaggio da varie regioni d'Italia, perché capiscono quanto può essere lacerante l'esperienza dell'interruzione di gravidanza, e perché comprendono sia le ferite che tale esperienza può lasciare sia la necessità di elaborarla e di vivere un risanamento interiore dopo di essa. Queste persone sono amorevoli e competenti, e vi rispetteranno dovunque vi troviate nel vostro percorso di elaborazione del lutto, così da aiutarvi a fare dei passi avanti verso il recupero e ad approfondire la vostra guarigione interiore.

Che tipo di esercizi si fanno durante il weekend?

Ogni esercizio del weekend vi offre un invito a riflettere sulla vostra esperienza e ad esplorare le vostre emozioni. In nessun momento verrà spinta o forzata la vostra partecipazione. Verrete invitati a condividere i vostri pensieri e la vostra esperienza con il gruppo, ma, in certi momenti, potete anche elaborarla nel silenzio del vostro cuore.

Il percorso bada molto all'importanza della bellezza come strumento che può aiutare il/la partecipante ad aprirsi all'ascolto della propria storia di vita e alla grazia di Dio. Questa via pulchritudinis, cioè questa "metodologia" della bellezza si esprime in tanti dettagli: nella musica, nella preparazione della casa ospitante, nella vicinanza dell'equipe, ecc. 

Per preparare ognuna/o a raccontare la propria storia di vita in un modo approfondito, nella presenza di un ascolto non-giudicante, ci sono dei semplici esercizi che aiutano tutti ad aprirsi alla riflessione sulla propria vita e all'ascolto delle consorelle e confratelli. 

Un metodo particolarmente fecondo per poter riflettere sulla propria vita attraverso gli occhi della fede è quello "ignaziano", cioè quello proposto secoli fa da Sant'Ignazio da Loyola (padre spirituale della Compagnia di Gesù, a cui appartiene Papa Francesco). Quest'antico metodo aiuta la singola persona a riflettere sulla propria vita attraverso la meditazione su vari brani del Vangelo, e durante il ritiro ci sono vari esercizi di questo tipo, seguiti da una condivisione verbale tra partecipanti ed equipe. 

Naturalmente c'è anche la liturgia eucaristica, più l'opportunità di sostare in cappella davanti al Santissimo Sacramento. Inoltre, viene offerta la possibilità di un colloquio personale con un sacerdote che può anche comprendere la celebrazione del Sacramento della Riconciliazione (cioè "della Penitenza", anche detta "confessione"). Un punto alto della domenica è la bellissima funzione commemorativa in cui vengono onorati i bambini mai nati per cui i partecipanti hanno elaborato il proprio lutto durante i tre giorni del weekend.

La Vigna di Rachele rispetta una diversità di culture, di espressioni di fede e di pratiche religiose. Anche se gli esercizi offerti durante il ritiro avranno spesso come punto di riferimento la presenza di Dio rivelata nella persona di Gesù Cristo, non ci sarà alcuno sforzo per "convertirvi" alla fede cristiana. Attraverso ogni esercizio e ogni momento di silenzio, scoprirete un percorso personale che vi invita semplicemente ad ascoltare la "voce" della propria storia, e a dialogare intimamente con il vostro Creatore. 

Vi incoraggiamo a leggere le esperienze fatte da alcuni partecipanti in passato!


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Quante persone ci saranno nel weekend?

Nei ritiri weekend della Vigna di Rachele ci sono tipicamente tra 10 e 12 partecipanti. Quest'esperienza viene offerta in un gruppo relativamente piccolo per mantenere un ambiente intimo e personale, e per permettere ad ogni partecipante sufficiente tempo per riflettere, per raccontare e condividere con gli altri, ed elaborare senza fretta quella esperienza. C'è, inoltre, la presenza dell'equipe, formata normalmente da 6-7 persone che facilitano il weekend stesso, guidando gli esercizi e prestando attenzione ai bisogni particolari di ogni partecipante. 

Durante il periodo in cui viene offerta la possibilità di un colloquio personale con un sacerdote arrivano normalmente altri 1-2 sacerdoti collaboratori oltre a quello presente durante tutti i 3 giorni del ritiro.

Se il weekend viene ospitato in una struttura che permette l'autogestione della cucina ci saranno ancora più membri dell'equipe che si occuperanno della preparazione dei pasti.

Esiste anche un formato settimanale della Vigna di Rachele?

Esiste, ma non è ancora disponibile in Italia. Il formato originale del percorso offerto dalla Vigna di Rachele consisteva infatti in un totale di 15 incontri settimanali. Dopo anni di esperienza, nel 1999 la fondatrice ha trasformato quel percorso settimanale in un modello di ritiro weekend, avendo visto che per alcune partecipanti era difficile "rimettere la propria maschera" alla fine di ogni incontro settimanale per tornare alla vita "normale".  Subito sono diventati evidenti i benefici di un flusso quasi continuo, di 3 giorni, dell'elaborazione del lutto per i bambini abortiti. Ora in tutto il mondo è il ritiro weekend che predomina come forma in cui il percorso della Vigna viene vissuto.

 
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Perché fare questo percorso in un gruppo? Non basta la confessione o la psicoterapia?

Prima di tutto è importante affermare il valore dell'accompagnamento individuale eventualmente disponibile attraverso la psicoterapia/counseling, la guida spirituale e/o la confessione. (L'ultima, per la persona battezzata, è indispensabile, e siamo molto grati per la generosità dei sacerdoti che accolgono con un ascolto paziente chi confessa questo peccato, anche più di una volta. Siamo anche lieti di accogliere sempre più persone "mandate" dal confessionale alla Vigna di Rachele, per continuare il percorso di guarigione spirituale.) 

Per non poche persone, però, tali forme di assistenza, anche dopo anni o dopo ripetuti tentativi, non hanno portato l'effetto desiderato di una profonda guarigione interiore. Come ha detto recentemente una signora, "Questa cosa l'ho confessata diverse volte, ma ci vuole un percorso per poterla elaborare!"

Nel contesto cattolico si parla dell'aborto procurato soprattutto nei termini di peccato che richiede perdono. Ciò è vero, e nella Vigna di Rachele lavoriamo in modo approfondito sul perdono e sulla riconciliazione. Senza in alcun modo sminuire queste realtà, però, noi vediamo l'esperienza dell'aborto anche come un lutto e persino un evento traumatico che ha bisogno di essere elaborato. 

La madre che ha vissuto la morte del proprio figlio non nato vive spesso un lutto nascosto, anche se sa di aver avuto parte, se non molta, responsabilità per la morte del piccolo. Lo stesso può essere vero per il padre del bambino. Perciò, per la singola persona, la coppia o la famiglia toccata, l'aborto può rappresentare non solo un peccato commesso, ma un evento enorme nella propria vita e/o nelle relazioni più importanti. Tra le parole usate per descrivere quest'evento abbiamo ascoltato "terremoto" o "bomba". Insomma, qualcosa che cambia drammaticamente la vita. Forse non è così per tutti, ma per molti, sì.

Insomma, ascoltando in dettaglio le vere storie delle gravidanze "interrotte" si capisce subito perché si può parlare di tale esperienza non solo come una semplice "scelta", ma come un dramma e persino un evento traumatico.

Gli eventi traumatici sono spesso aggravati dalla necessità di nascondere l'esperienza vissuta. In questa segretezza, normalmente mantenuta con molto sforzo, la vergogna, la rabbia, i sensi di perdita e di colpa, non trovano voce e possono diventare "tossiche". Inoltre, molte donne e uomini che hanno abortito hanno in precedenza vissuto altri traumi. Per le vittime del trauma il cammino verso la guarigione inizia dal momento in cui trovano un ambiente sicuro dove rivedere e "ricostruire" con l'aiuto di persone capaci e compassionevoli la storia del proprio trauma o dei traumi vissuti. Da questo punto di partenza si può camminare verso la guarigione, percorrendo vie che ricostruiscono i legami spezzati: con se stessi, con Dio e con altri nella famiglia e nella comunità. 

Il contesto di gruppo, se ben gestito, è molto catartico perché altre persone che hanno conosciuto simili esperienze possono offrire una "convalida" dei sintomi sofferti, eliminando il senso di solitudine. Quest'elemento comunitario e questa sorellanza/fratellanza nel percorso verso la guarigione danno un valido ed efficace sostegno all'individuo.  

Tutto ciò non nega il valore della psicoterapia o del counseling individuale, né della guida spirituale che si può ricevere da un confessore o da una accompagnatrice pastorale. Tuttavia, un'esperienza del percorso fatto in gruppo spesso offre la possibilità di una guarigione interiore più completa e più profonda, soprattutto quando si può includere il sostegno di una persona cara.  

Potete leggere i commenti di altre persone che hanno fatto il weekend della Vigna di Rachele cliccando su Esperienze.  Ciò che troverete spesso in quei commenti è la testimonianza di un vero e proprio "travaglio"  che ha "partorito" un forte risanamento ed una nuova prospettiva sulla propria vita e sui rapporti con Dio e gli altri, che  permette di camminare verso un futuro pieno di speranza e di nuove possibilità.

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Il percorso offerto è cattolico?

Sì. Il manuale internazionale che guida il ritiro offerto porta sia il nihil obstat sia l'imprimatur, cioè le approvazioni teologiche della Chiesa Cattolica, conferite originariamente nel 2001 e rinnovate nell'anno 2011 da Sua Eminenza Cardinale Justin Rigali, allora Arcivescovo di Philadelphia (diocesi di residenza della fondatrice della Vigna di Rachele).

Nel 2010 Sua Eminenza Cardinale Caffarra di Bologna ha approvato l'avvio dei ritiri della Vigna di Rachele nella sua Diocesi, e prima delle sue dimissioni nel 2015, incontrando i sacerdoti collaboratori della Vigna, ha riaffermato il suo desiderio che l'opera continui lì. Nel 2016 la coppia responsabile della Vigna ha incontrato il nuovo pastore della Chiesa di Bologna, (allora Arcivescovo appena incaricato), il Cardinale Matteo Maria Zuppi. La Vigna continua fino ad oggi una feconda collaborazione con l'Ufficio della pastorale familiare di quella Diocesi.

Altrove, vari vescovi e cardinali conoscono e lodano quest'apostolato. Papa Francesco lo conosce personalmente, visto che La Vigna di Rachele è attiva in Argentina ed altri Paesi delle Americhe. Incontrando più di una volta il Padre Frank Pavone, direttore pastorale dell'apostolato internazionale, Papa Francesco ha vigorosamente incoraggiato il continuo sviluppo dell'opera, ormai attiva in più di 40 Paesi del mondo. 

Detto tutto questo, il ritiro sicuramente non è indirizzato solo alle persone praticanti della fede cattolica.  Accogliamo spesso persone battezzate ma al momento non praticanti. Anche le persone non cattoliche, e persino non cristiane, hanno tratto grande beneficio da questo percorso.

 

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Cos'è un "ritiro spirituale"? 

Molte persone che arrivano alla Vigna di Rachele non hanno mai partecipato ad un ritiro spirituale, quindi scoprendo l’esistenza di questo weekend naturalmente si chiedono, "Ma di che si tratta?".  (Altre persone commentano dopo quanto è diverso questo ritiro dagli altri a cui hanno partecipato!)  

Nel linguaggio odierno la parola "ritiro" facilmente viene associata al "ritiro sportivo" degli atleti. Pensando al ritiro "spirituale" forse si prende per scontato che esso viene fatto solo dai monaci, suore ed altri che hanno fatto voti religiosi. Invece i ritiri spirituali, che esistono in diverse tradizioni del mondo, possono essere indirizzati ai bisogni particolari di una vasta gamma di persone: ai giovani, alle coppie sposate, ed alle persone che stanno vivendo un momento particolare nella propria vita (di gioia, di lutto, di prendere decisioni, ecc). Da più di 25 anni i ritiri spirituali esistono anche  per le persone che hanno avuto l'esperienza dell'aborto volontario e sentono il bisogno di fare un percorso di risanamento interiore. 

A livello esteriore un ritiro spirituale consiste nell’opportunità di allontanarsi dalla routine della vita quotidiana per esaminare più a fondo la propria vita così da “vederla” sotto una luce diversa. Per fare ciò, spesso vengono offerte brevi letture, opportunità per scrivere, momenti di silenzio, riflessione e preghiera, ed altri esercizi progettati per facilitare “l’ascolto” della propria esperienza e l’opportunità di condividerla con gli altri. 

Ogni tradizione spirituale del mondo offre degli spunti o luci che guidano il cammino di colui o colei che cerca di indirizzare la propria esistenza, che cerca uno scopo e un significato per la propria vita, e che cerca di capire e risanare le esperienze del passato. La Vigna di Rachele è radicata non solo nella teoria psicologica ma, anche e soprattutto, nella spiritualità cristiana. Da questa ricca tradizione La Vigna prende gli spunti che possono aiutare le persone che portano le ferite derivanti dall’esperienza dell’aborto volontario.

Un ritiro è anche un modo di prendersi cura di se stessi. Per questo periodo di pochi giorni permettiamo che altri si prendano cura di noi: loro prepareranno i pasti, laveranno i piatti, ci aiuteranno ad ascoltare la storia della nostra vita e a raccontarla in un modo che ci alleggerisce e ci arricchisce. Ci ascolteranno, ci guideranno nella preghiera, si preoccuperanno di ciò che ci preoccupa, e porteranno sulle spalle una porzione dei nostri fardelli, così da rafforzarci per il cammino che c’è ancora da fare. 


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Non sono una persona religiosa, e voi parlate di "spiritualità".... 

C'è un motto che ci è giunto dagli Alcolisti Anonimi: 

"La religione è per le persone che hanno paura di andare all'inferno, ma la spiritualità è per coloro che ci sono già state." 

L'esperienza dell'interruzione di gravidanza, se rimane un evento traumatico mai elaborato, può creare un "inferno in terra" per coloro che l'hanno vissuto - donne, uomini, coppie. Tale sofferenza può portare alla negazione oppure può spingere in modo positivo alla ricerca di un senso approfondito della propria esperienza e della vita stessa. Tale ricerca frequentemente diventa un percorso spirituale.

La “spiritualità” si può definire in diversi modi, però ha sempre a che fare con il livello più profondo della nostra esperienza umana e della nostra persona. Tutto ciò che è reale, e soprattutto che ci spinge o ci conduce oltre i limiti della realtà materiale, fa parte della nostra spiritualità: esperienze di gioia, bellezza, amore e comunione, esperienze di sofferenza e delusione; il desiderio e la disperazione, consolazioni e sconsolazioni; un senso del "progetto" della propria vita e una convinzione sul "destino" di essa; la fede in Dio, in noi stessi, e negli altri, oppure la ricerca di una tale fede. Tutte queste realtà formano la spiritualità. Spesso essa è accompagnata da una pratica religiosa visibile, però anche le persone “non praticanti” vivono, de facto, una spiritualità.  

La chiamata alla spiritualità ci invita, prima di tutto, a svegliarci, a esaminare la propria esistenza e la propria esperienza così da penetrare il mistero della propria vita e scoprire il progetto per essa. Tutti siamo invitati a scoprire la spiritualità. Questo è vero anche per le persone che hanno avuto l’esperienza drammatica dell’aborto volontario. Infatti, le esperienze di dolore o perdita, disillusione o disperazione, esperienze in cui i nostri sogni vengono schiacciati e il nostro futuro sembra buio, ci possono portare a un risveglio di spiritualità. Tali esperienze fanno nascere in noi domande sulle cose più vere e più fondamentali della nostra esistenza. 

Le donne e gli uomini che hanno interrotto una o più gravidanze spesso si fanno domande di questo genere, anche molti anni dopo. L’affrontare un tale momento di verità può essere difficile, ma pieno di possibilità.  Individualmente o in coppia, le persone che portano dentro le ripercussioni dolorose dell’aborto, spesso cercano un balsamo per lenire il dolore associato con la maternità o la paternità mancante. Cercano modi per “andare avanti”, per risanare l’identità ferita con l’aborto, e per ritrovare un senso del dono e della bellezza della vita. Con o senza una pratica religiosa formale, tutto ciò tocca la "spiritualità".  Per approfondire cliccate qui.


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Gli uomini possono partecipare ad un weekend della Vigna di Rachele?

Sì! 

Prima e dopo l'esperienza dell'interruzione di gravidanza, gli uomini spesso combattono contro un senso di impotenza, oppure con un senso di fallimento nel loro compito di proteggere sia la madre che il bambino. Magari l'uomo-padre ha abbandonato la madre in attesa, ha detto che l'avrebbe lasciata, o l'ha minacciata con altre intimidazioni o punizioni nel caso che avesse fatto nascere il bambino che portava in grembo.  Anche il semplice non aver incoraggiato la compagna in questo momento di vulnerabilità, oppure l'essersi arreso alle difficoltà apparentemente irrisolvibili se non con l'interruzione di gravidanza, possono provocare nell'uomo una fortissima scossa emotiva. A volte non è subito, ma solo nel tempo, che egli si rende conto delle implicazioni e conseguenze del gesto compiuto, sia nella propria vita sia nella relazione con la sua donna.

Altri uomini hanno sofferto l'impossibilità di proteggere il loro bambino. Magari desideravano che si continuasse la gravidanza, o persino hanno cercato di fermare un aborto scelto dalla madre del bambino o da un altro familiare. Quest'esperienza d'impotenza davanti ad un aborto non voluto può lasciare delle profonde ferite in un uomo: una fortissima ira, un risentimento o altre emozioni che devono trovare voce per essere guarite. 

Ancora, altri uomini non hanno mai riconosciuto l'umanità dei loro bambini mai nati, forse avendo detto alla loro compagna, "è tua la decisione" (una forma politicamente corretta di abbandono, o almeno di non saper proteggere donna e figlio nel momento critico). Anche questi uomini, in seguito ad un'interruzione di gravidanza compiuta, possono affrontare un lutto profondo, sensi di colpa, perdita e rimorso. A volte tali emozioni vengono in superficie solo molti anni dopo l'esperienza abortiva, ad esempio, in occasione della nascita di un bambino "desiderato" oppure nel contesto di un matrimonio felice. A volte, mentre la coppia si prepara ad accogliere il  "primo" figlio, il marito si ritrova ad affrontare, più onestamente, il proprio ruolo nei passati aborti con una o più ex-fidanzate.

In breve, gli uomini che sono stati coinvolti nell'interruzione di gravidanza spesso hanno bisogno di risanare le ferite che l'aborto lascia nel cuore e nell'anima maschile. 

In tanti Paesi del mondo gli uomini hanno partecipato al weekend della Vigna di Rachele e hanno vissuto attraverso quest'esperienza un risanamento interiore che ha cambiato la vita. Gli uomini sono i benvenuti anche nei ritiri qui in Italia. 

Per vedere alcuni commenti di uomini cliccate su Esperienze oppure consultate la nostra pagina Uomini


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Dovrei invitare il mio coniuge, o un'altra persona che mi offre un sostegno emozionale?

Abbiamo accolto molte coppie che hanno partecipato insieme al weekend. In alcuni casi sono coniugi che hanno abortito insieme, e in altri casi il coniuge che non ha partecipato in un aborto precedente della partner ha partecipato al ritiro per offrire un sostegno al coniuge. Durante i molti anni in cui il weekend è stato offerto, i risultati sono stati eccezionalmente positivi, e le coppie constatano un incremento nella comunicazione e nell'intimità di coppia, dopo aver fatto l'esperienza del ritiro. 

Ci sono anche state persone che hanno deciso di partecipare con uno o entrambi i genitori, soprattutto se la madre o il padre ha incoraggiato la figlia ad abortire, o se la decisione di interrompere la gravidanza è stata presa spinta da paure di disapprovazione, condanna, rifiuto/non-accettazione o violenza familiare.

Il danno all'interno dei rapporti familiari può essere affrontato nel contesto sicuro della Vigna di Rachele, dove ogni partecipante viene accolto con compassione e rispetto.  Il weekend offre un'opportunità unica di confrontarsi con questo dolore, di elaborare l'esperienza vissuta, e di riconciliarsi, così da risanare individui e rapporti fra individui. Perciò, vi incoraggiamo con dolce premura a considerare questa opzione. 

Se decidete che le circostanze del momento non favoriscono una tale partecipazione familiare, in futuro ci saranno altre occasioni per fare questo passo.

Durante il weekend della Vigna di Rachele s'inizia il cammino verso la guarigione interiore attraverso il riconoscimento di ciò che si è frantumato dentro di noi. Ci si apre ad un onesto esame personale di ciò che ha portato all'ivg e ciò che l'ha seguita. Così camminiamo, passo a passo, integrando questo doloroso e spesso rimosso capitolo del passato, nella nostra "storia" di oggi. Andiamo oltre il semplice tentativo di dimenticare tutto, e, invece, con il sostegno di altre persone che ci accettano senza condizioni, scopriamo la possibilità di guarigione e di pace.  

Tale guarigione può avvenire solo quando l'isolamento e la segretezza vengono smantellati e la propria storia è rivelata ad altri che non cercano di giudicare e condannare. Nella presenza di una piccola comunità, e con l'aiuto di altre persone che riconoscono con compassione la nostra perdita e rispettano il nostro lutto, è possibile finalmente affrontare ciò da cui siamo fuggiti, a volte per anni o persino decenni.

L'importanza di un sostegno sociale nel processo di elaborazione del lutto riflette un aspetto importante della nostra natura umana: benché singoli individui, siamo anche, inevitabilmente, esseri sociali. La mancanza di un supporto sociale può impoverire o persino distruggere il nostro benessere fisico, emotivo e spirituale. D'altro canto, l'esperienza di un tale supporto, anche attraverso una sola relazione di autentica fiducia, ci può rafforzare e risanare.

Per quasi tutti, è solo quando abbiamo un sostegno dalle altre persone che non ci giudicano e non ci condannano, che ci sentiamo sicuri davanti alla possibilità, reale o immaginaria, del rifiuto sociale. Un tale sostegno rende  più facile l'affrontare e l'esplorare la parte più profonda dell'anima. Con questo sostegno s'impara ad accettare il perdono di Dio e del proprio bambino abortito, ad offrire il perdono ad altri, e ad accettarlo da se stessi. Con questo sostegno si scopre il paradosso che le esperienze più difficili, che più minacciano  di frantumare la propria anima e deformare la propria personalità possono diventare il fondamento su cui costruire un'esistenza più ricca, più profonda e più piena di significato.

La sicurezza emotiva e la riservatezza sono elementi essenziali nel momento in cui si inizia un'esplorazione di possibili cammini verso il risanamento delle ferite lasciate dall'esperienza dell'aborto volontario. Tuttavia, se il percorso di guarigione incoraggia solo una consulenza privata, senza coinvolgere il coniuge o altri membri della famiglia, ciò può, in realtà, rafforzare lo stesso isolamento provato nel momento in cui si è dovuto provvedere a "risolvere il problema della gravidanza" nell'assoluta segretezza, facendo ricorso all'ivg. 

Quindi anche la psicoterapia/counseling individuale, mentre è in sè un valido aiuto, può essere circondata dalla stessa ansia provata nell'andare "da sola" ad abortire, perché si va, ancora da sola, a lottare con i postumi. Conseguentemente il segreto rimane intatto, così come la vergogna e i sensi di colpa che lo circondano.

Fino a quando si sostengono dubbi residui del tipo "se i miei genitori sapessero dell'aborto, mi rifiuterebbero.... [se mio marito/mia moglie sapesse, mi condannerebbe... se lo dovessi dire a mia sorella, mi giudicherebbe..."], non si è liberi di fidarsi autenticamente di nessuno, né di sperimentare la sacra e bellissima intimità di essere veramente conosciuti, accettati incondizionatamente ed amati.

Forse qualcuno a te vicino potrebbe aver bisogno di approfondire la propria conoscenza del trauma postaborto e di alcuni dei modi in cui quest'esperienza può avere un impatto su una donna. Speriamo che questo sito sia l'inizio di una tale scoperta. 

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Quali sono i benefici nell'invitare alla domenica del weekend una persona cara che mi sostenga?

Mentre cercherete di rievocare le memorie ed elaborare le emozioni collegate alla vostra esperienza, avrete anche l'opportunità di riconciliare i rapporti feriti o chiusi nella vostra famiglia. Anche se avrete deciso di venire da soli al weekend, domenica pomeriggio avrete ancora una bellissima opportunità di facilitare la riapertura di comunicazioni familiari attraverso la funzione commemorativa e l'Eucaristia finale, detta "Messa di Affidamento".  (NB: Solo la Messa è una liturgia formale della fede cattolica, mentre la funzione che la precede rappresenta un semplice momento non-liturgico in cui onorare i bambini abortiti.)

Se deciderete di condividere quel momento con un familiare, un coniuge, una cara amica oppure qualcun'altro che vi vuole bene, il vostro ospite sarà accolto a braccia aperte dall'equipe e dagli altri partecipanti. E' un grande dono che questa persona vi regalerà, se viene a stare al vostro fianco durante questo momento unico, sacro e, forse, irripetibile.

L'equipe offrirà un breve orientamento agli ospiti che potrebbero arrivare domenica pomeriggio, spiegando loro l'importanza della riservatezza e del rispetto per l'anonimità degli altri presenti. Aiuteremo ogni ospite ad offrire un appropriato sostegno in questo momento. L'esperienza di un lutto condiviso, se vissuto in un contesto ben preparato ed impiegando i veicoli giusti, può fortificare i legami tra le persone, anche se in passato ci sono state tensioni o rotture nel rapporto. Il pianto condiviso approfondisce la tenerezza e l'intimità tra le persone, come vedrete sicuramente nel weekend della Vigna di Rachele

Quest'esperienza condivisa aiuta a lasciar andare gli effetti negativi del trauma lungamente tenuto dentro, avvolto in segretezza, vergogna, sensi di colpa e isolamento. La fiducia viene ristorata quando questa ferita viene rivelata in un ambiente sicuro e quando viene accolta con la compassione dei co-partecipanti al weekend. Questo circolo di compassione si ingrandisce quando arrivano i cari dei partecipanti.

Certo, ogni decisione di invitare un caro domenica pomeriggio, oppure no, verrà pienamente rispettata. Ecco un commento da una madre che è stata invitata da sua figlia:

       "Sono stata testimone di un miracolo lo scorso fine settimana. Nostra figlia ci          ha invitati per la Funzione Commemorativa del suo weekend della Vigna di 
        Rachele. E' stata una esperienza profonda: donne e uomini hanno avuto    
        l'opportunità di elaborare apertamente il proprio lutto, di dare nome a quel
        dolore e a quei bambini, e di condividere con gli altri la gioia che deriva dal
        rendersi conto che non si è soli in questo dolore. Mi sento molto più vicina a  
        mia figlia adesso, e sono onorata del fatto che lei si sia fidata abbastanza di noi
        da rivelarci sé stessa in questo dolore... In questo momento è stato
        anche bello vedere la Chiesa funzionare come dovrebbe funzionare, e cioè,
        come un rifugio, un ospedale per i peccatori e non un albergo per i santi.
        Ho l'impressione che tutti i presenti siano cresciuti nel loro rapporto con Dio e
        con la Chiesa come famiglia, non solo come istituzione. Pace e grazie a voi
        tutti."

L'equipe della Vigna di Rachele è molto rispettosa dei bisogni e delle situazioni uniche di ogni partecipante. Molte persone, solo dopo essere arrivati al weekend, potrebbero desiderare la presenza di una persona cara alla funzione commemorativa. Il conforto di un membro stretto della famiglia può essere un momento importante nel rompere l'isolamento e lenire le sensazioni di abbandono che frequentemente accompagnano l'esperienza abortiva. Il condividere il dolore e l'espressione del lutto, e poi l'esperienza di  guarigione e di speranza che seguono, possono purificare, risanare ed approfondire i legami tra noi e coloro che amiamo.

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Questo programma, può anche aiutare il mio matrimonio?

Il ritiro aiuterà specialmente le coppie che, fino ad ora, non hanno potuto elaborare insieme un lutto per l'aborto vissuto in passato da uno o entrambi i partners. L'incapacità o impossibilità di riconoscere insieme questa perdita crea una distanza che può diventare amarezza e risentimento. Quando gli uomini si uniscono alle loro mogli nell'elaborazione del lutto e nel cammino verso la guarigione, si apre la porta ad un miglioramento notevole nell'intimità fisica ed emozionale della coppia.


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La mia riservatezza sarà protetta in questo weekend?

Sì. Quando vi iscrivete ad un ritiro, il vostro nome non sarà comunicato a nessun individuo o gruppo in nessun caso. Anche nelle comunicazioni tra l'equipe e la singola partecipante non vengono usati i cognomi. Se volete che il vostro nome compaia su di una lista a disposizione dei soli membri del gruppo del weekend, questa sarà una vostra decisione. 

Potete informarvi sulla Vigna di Rachele via e-mail (info.vignadirachele@yahoo.it) o via telefono (099.7724.518). La partecipazione al ritiro è possibile solo dopo aver ricevuto (normalmente via email) e letto le informazioni inviate, avendo poi compilato, firmato e spedito i moduli d'iscrizione, all'indirizzo indicato sui moduli.

Dal momento della iscrizione fino alle ultime ore del weekend (in cui, a volte, arrivano dei cari a presenziare la funzione commemorativa e la Messa conclusiva), viene preso molto sul serio l'impegno fatto da ogni partecipante a rispettare la riservatezza di tutti gli altri. Si spiega più volte al gruppo (e agli eventuali ospiti domenica pomeriggio) precisamente cosa comprende quell'impegno, preso da tutti. 

C'è un altro fatto che aumenta l'anonimità della partecipazione: Non poche delle partecipanti si iscrivono ad un weekend della Vigna di Rachele che si svolge in una località o regione diversa dalla loro zona di residenza. A Bologna accogliamo partecipanti da diverse regioni dell'Italia, e anche se è sempre possibile  incontrare lì una persona del proprio circolo, ciò rimane un avvenimento estremamente raro.

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Cosa succede dopo il weekend della Vigna di Rachele?

Durante il vostro weekend incontrerete persone meravigliose che, a causa del livello profondo di conoscenza reciproca raggiunta durante il weekend, potrebbero diventare, nel tempo, alcuni fra i vostri migliori amici. Dopo il weekend stesso c'è l'opportunità di rincontrarsi con tutti i partecipanti nella giornata post-weekend, normalmente tenuta  ca. 6 a 8 settimane dopo il weekend stesso. Avrete anche la possibilità di parlare con un'altra partecipante ad un ritiro precedente che si metterà alla vostra disposizione, per starvi accanto nel primo periodo post-ritiro, nella misura in cui desiderate tale contatto.

La partecipazione a questo percorso di 4 giorni quasi sempre permette un grande passo avanti nel proprio cammino, e serve come un ponte che fa attraversare un fiume di dolore. Nonostante ciò, riconosciamo che un solo ritiro, anche se intenso e veramente trasformatore come questo, non fa svanire una volta per tutte le difficoltà che alcuni partecipanti portano a quest'incontro. Siamo tutti in cammino, e la partecipazione al ritiro non toglie tutte le difficoltà personali e le sfide interpersonali che si presentano nella vita quotidiana dopo essere tornati a casa.

La responsabilità di continuare il proprio percorso iniziato è vostra. Se non avete già nella vostra vita una o più persone che vi offrono un accompagnamento importante (sacerdote, psicoterapeuta/counselor, coniuge, parente o amica/o), vi incoraggeremo, e quando possibile vi aiuteremo, a trovare tali persone per poter coltivare i buoni semi gettati attraverso il ritiro.

Oltre ai suggerimenti offerti alla fine del ritiro, riceverete alcune risorse scritte ed un elenco di riferimenti ad altri servizi e associazioni che vi potrebbero aiutare a continuare la vostra crescita spirituale e personale, anche per affrontare altre problematiche che potreste voler esplorare o approfondire in seguito. La psicoterapia, l'accompagnamento spirituale ed altri ritiri spirituali sono ulteriori percorsi di cui alcuni partecipanti hanno tratto beneficio in passato.

Per esempio, se portate alle spalle una storia di abuso sessuale, oppure se scoprite conflitti o forti emozioni collegate ad altre esperienze dolorose del proprio passato, potreste decidere, dopo il weekend, di cominciare (o continuare) a lavorare sull'impatto che tali esperienze hanno avuto nella vostra vita; se lottate con l'alcolismo o i disturbi alimentari ci potranno essere dei riferimenti dati durante il weekend che vi possano aiutare ad affrontare tali problemi. Alcune coppie potrebbero aver bisogno di un servizio come quello offerto da Retrouvaille, un programma per i matrimoni in crisi. Altre hanno partecipato ad un Incontro Matrimoniale nell'anno dopo aver partecipato alla Vigna di Rachele. Per quanto possibile, siamo lieti di offrire tali indicazioni. 

Alcune donne e uomini potrebbero sentirsi chiamati a collaborare con La Vigna di Rachele aiutando con lo svolgimento di un futuro ritiro, ossia diventando membri dell'equipe a livello locale o nazionale. Un tale discernimento potrebbe iniziare durante l'anno seguente alla propria partecipazione al ritiro.

Per coloro che lo desiderano, ci sono altri modi di mantenersi in contatto con le compagne e i compagni della Vigna di Rachele.

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Come mi iscrivo ad un weekend della Vigna di Rachele?

Per iscriversi al ritiro, scriveteci un email a: info.vignadirachele@yahoo.it , chiedendo le informazioni con i moduli allegati.

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A volte l'esperienza di un aborto può creare intense emozioni che forse non potete gestire adeguatamente da soli.
In caso di necessità rivolgetevi ad un professionista abilitato.
 
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